I termostati domotici o smart rivoluzionano il modo in cui si riscaldano e raffreddano gli ambienti, con benefici per tutti.
Chi non vorrebbe avere il pieno controllo della temperatura di casa, risparmiando sui consumi e diminuendo il proprio impatto sull’ambiente? Installare termostati domotici permette di farlo, migliorando il comfort degli ambienti domestici e non solo. La differenza di prestazioni tra un termostato smart e uno di vecchia generazione è naturalmente abissale e il rinnovo del dispositivo, nell’ambito di una gestione intelligente dell’impianto di termoregolazione, è un passo fondamentale nella corsa all’edilizia sostenibile.
Il tempo trascorso in casa nei mesi di lockdown ha convinto molti a investire su dispositivi intelligenti che facilitino la vita in casa. Secondo The new Digital@Home, indagine di GFK, nel 2020 si è registrato un +24% di vendite di tecnologie smart, ma la crescita non si fermerà presto. Merito della diminuzione dei costi dell’energia che se ne ricava: il 45% di coloro che vivono in una casa smart dichiara di risparmiare più del 20% di elettricità ogni giorno. Il risparmio di energia derivante dai termostati domotici, invece, è quantificato nel 30-35%.
In inverno, un grado in più impostato equivale a un aumento in bolletta del 7% e lo stesso vale per l’abbassamento della temperatura in estate. Ma l’impennata dei costi non è dovuta ad altro che all’aumento dei consumi, da cui conseguono le emissioni di gas serra. Anche nel caso della termoregolazione, dunque, il risparmio economico e la diminuzione dei consumi vanno di pari passo e i termostati domotici sono la tecnologia di riferimento per garantirli. Non a caso, la loro installazione rientra tra gli interventi trainati coperti dal Superbonus 110%.
Come funzionano i termostati domotici?
I termostati smart sono facili da installare e da usare, grazie a un’interfaccia intuitiva e alla loro capacità di autoregolazione. Sono infatti costituiti da una parte sensoristica, che rileva i parametri ambientali, da un attivatore e da un’unità di controllo che permette di programmarli. Quest’ultima, in genere, è duplice: il display del termostato e lo smartphone, tramite cui è possibile controllare il dispositivo da remoto.
I dati sulla programmazione recepiti dal termostato vengono inviati alla caldaia, che si comporta di conseguenza. Ma l’unità di controllo riceve anche i dati provenienti dai sensori, comunicandoli in autonomia alla caldaia per massimizzare l’efficienza dell’impianto. I sensori più semplici rilevano soltanto la temperatura della stanza, ma nel caso di dispositivi più complessi sarebbe possibile per l’unità di controllo ottenere informazioni sulla presenza o meno di persone nella stanza, sulle condizioni meteorologiche esterne o sull’attività di altre apparecchiature intelligenti inserite nel sistema.
Con tante informazioni a disposizione, i termostati domotici potrebbero essere dotati persino di autoapprendimento, per imparare le abitudini degli inquilini e comportarsi di conseguenza, senza necessitare nemmeno di programmazione. Com’è evidente da queste osservazioni, la facilità di controllo aumenta ulteriormente se il termostato è inserito in un sistema di home&building automation. In tal caso alla possibilità di controllo da remoto si aggiungerebbe quella del controllo vocale. Niente di tutto ciò, infine, sarebbe pensabile senza internet a supportare gli scambi di informazioni, via cavo o tramite wi-fi, e la memorizzazione stessa dei dati avverrebbe su cloud.
Perché scegliere un termostato smart
Ma affidarsi ai termostati domotici permette davvero di risparmiare sui consumi? Sì, se il contesto in cui sono inseriti è altrettanto smart. Una tecnologia simile dovrebbe essere, infatti, applicata a un impianto di riscaldamento e/o refrigerazione moderno ed efficiente perché possa dimostrare il suo potenziale. E altrettanto conta una gestione oculata del sistema, il cui operato verrebbe vanificato, per esempio, da porte e finestre aperte.
Nel caso in cui tutto ciò avvenga, il risparmio energetico ed economico è concreto, anche se naturalmente variabile in base alle circostanze. Dipende, in particolare, dalla possibilità di programmare in modo semplice e preciso l’impianto, anche da remoto, per creare comfort ambientale senza sprecare energia. Ma anche dagli automatismi generati dai sensori, ovvero la funzionalità che rende davvero smart i termostati. Non bisogna, infine, dimenticare che per le abitazioni smart al risparmio in bolletta si aggiunge un aumento del valore tra il 3% e il 10%.
Prima dell’acquisto, sarà bene verificare la compatibilità del termostato domotico scelto con l’impianto, con il sistema di home&building automation, nel caso in cui fosse presente, e con il sistema operativo dello smartphone per il controllo da remoto. Per il resto, gli unici fattori che potrebbero compromettere l’efficacia del dispositivo sono umani. Passare da un termostato tradizionale a uno domotico dotato di un’interfaccia touch-screen e di automatismi apparentemente incontrollabili potrebbe infatti essere destabilizzante. Bisognerà perciò innanzitutto essere disponibili a cambiare le proprie abitudini e ad aggiornare le proprie competenze, con la consapevolezza del triplice guadagno che ne deriverà: una casa più confortevole, una bolletta meno salata e un ecosistema più sano.