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Le stufe a legna sono ecologiche?

Le stufe a legna sono ecologiche?

Facciamo chiarezza una volta per tutte su un metodo di riscaldamento ancora molto diffuso in Italia e nel mondo: le stufe a legna.

Quando pensiamo ai metodi di riscaldamento, la prima cosa che ci viene in mente sono caldaie e caloriferi. Ma un tempo nessuna casa avrebbe potuto fare a meno di una stufa a legna o di un camino per creare un ambiente domestico confortevole. E anche oggi c’è chi li utilizza per supportare il riscaldamento “tradizionale”, soprattutto nelle zone dove è più agevole reperire legna da ardere o pellet. Eppure, se obsolete e/o utilizzate in modo sbagliato, le stufe a legna possono risultare molto dannose sia per la salute che per l’ambiente.

A proposito, è in arrivo Ecodesign 2022, nuova normativa già annunciata dai Regolamenti UE 2015/1185 e 2015/1189 che punta a uniformare l’approccio dell’Unione Europea all’ecosostenibilità. Nell’ambito della transizione energetica, infatti, non si può di certo prescindere da un’attenzione specifica al settore del riscaldamento, date le emissioni a esso connesse. Sono due i fattori di criticità connessi all’utilizzo delle stufe a legna: la necessità di quantitativi consistenti di legname e la mancanza di efficienza unitamente alle emissioni nocive prodotte. La nuova normativa si occupa del secondo aspetto, che può avere conseguenze dirette non solo sull’ambiente, ma anche sulla salute degli abitanti della casa.

La normativa Ecodesign 2022 in materia di emissioni

Per disciplinare l’utilizzo di stufe a legna e camini, sono state approvate direttive nazionali, in linea con quelle europee, e regionali, che rendono vario il panorama normativo italiano. A livello nazionale, è obbligatorio dal 2013 uno scarico a tetto tramite canna fumaria, negli edifici monofamiliari così come in quelli plurifamiliari. È permesso anche lo scarico a parete ma soltanto nel caso di apparecchi classe 5, cioè a basse emissioni di ossidi di azoto. Il Regolamento UE 2015/1185 ha poi precisato gli standard da rispettare per le stufe a legna dal 1 gennaio 2022, per uniformare la situazione europea. Agisce su tre fronti:

  • progettazione, che deve rispettare requisiti di efficienza minima (65%) e livelli massimi di emissioni di particolato (40 mg/m³ al 13% O2), composti gassosi organici (120 mg/m³ al 13% O2), monossido di carbonio (1500 mg/m³ al 13% O2) e ossidi di azoto (200 mg/m³ al 13 % O2);
  • misurazione e calcolo, che devono seguire criteri uniformi in tutta l’UE;
  • informazioni di prodotto e precauzionali, che devono risultare trasparenti e precise, per favorire una scelta consapevole da parte dell’utente.

Sempre dall’1 gennaio 2022, secondo la normativa Ecodesign 2022, sarà possibile produrre, commercializzare e dunque acquistare soltanto stufe, camini e termocucine a biomassa, ovvero «la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura […], dalla silvicoltura e dalle industrie connesse tra cui la pesca e l’acquacoltura, nonché la frazione biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani», come recita proprio il Reg. UE 2015/1185. Delle biomasse fanno naturalmente parte anche quelle legnose, provenienti da «alberi, cespugli e arbusti, inclusi i ceppi, i trucioli, il legno compresso granulare (pellet), il legno compresso a mattonelle e la segatura». Bando dunque ai combustibili fossili, cioè «l’antracite e il carbone secco, il coke metallurgico, il coke a bassa temperatura, il carbone bituminoso, la lignite».

Ciò significa che, entro certi parametri minimi di efficienza e massimi di emissioni, che dipendono dal tipo di combustibile usato e dalla tecnologia dell’apparecchio, le stufe a legna possono essere considerate un metodo di riscaldamento ecocompatibile e non dannoso per la salute.

La tutela delle foreste: FSC e PEFC

È ormai noto come la deforestazione incontrollata a scopi agricoli o di riscaldamento sia una delle minacce più concrete per la salute del pianeta. Per questo verrà completamente interrotta entro il 2030, come risulta dall’accordo siglato da oltre 100 paesi durante la Cop26. La legna, infatti, è un combustibile rinnovabile solo nel caso in cui venga prelevata in quantità e a una velocità tali da permettere alle foreste di rigenerarsi in tempo.

In Europa esistono da tempo Leggi e Regolamenti forestali che permettono ai boschi di crescere rigogliosi nonostante l’alta richiesta di legna. Certificano la loro corretta gestione gli standard internazionali FSC e PEFC, con differenze di approccio ma obiettivi equivalenti:

  • FSC (Forest Stewardship Council) definisce requisiti validi a livello internazionale.
  • PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) approva schemi di gestione nazionali.

Le foreste italiane, in particolare, sono tra le più tutelate in Europa. Il 100% è sottoposto a vincolo paesaggistico, l’85% a vincolo idrogeologico e il 28% fa parte di un’area protetta. Percentuali che fanno sì che oggi il patrimonio forestale risulti in crescita.

Una volta consapevoli di dover scegliere legna proveniente da foreste gestite responsabilmente, dunque, ai possessori di stufe a legna non resterà che scegliere legna da ardere di ottima qualità – dura, stagionata, secca e con un alto potere calorifico – per usufruire di una forma di riscaldamento sostenibile a tutti gli effetti.

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