/* CODICE DI TRACCIAMENTO META */ Skip to content

Termosifoni: come utilizzarli al meglio?

Di un corretto utilizzo dei termosifoni beneficiano tutti, ambiente, salute degli abitanti della casa e portafogli.

Quando si parla di termosifoni ognuno ha la sua strategia per massimizzare il comfort domestico senza ritrovarsi con bollette esorbitanti. C’è chi li tiene accesi al minimo tutto il giorno e chi preferisce accenderli e spegnerli all’occorrenza. C’è chi differenzia la temperatura in base alle stanze, chi umidifica l’ambiente e chi affianca l’accensione dei caloriferi ad altri metodi di riscaldamento. È perciò arrivato il momento di chiedersi quale sia l’impatto concreto di queste azioni, per capire davvero come convenga comportarsi per trovare un equilibrio perfetto tra tre obiettivi: avere una casa confortevole, risparmiare e diminuire l’impatto ambientale del riscaldamento.

Il costo dei termosifoni

Il riscaldamento a gas è tra i settori che consumano più energia e producono più emissioni di gas serra (anidride carbonica in primis) e particolato. Secondo i dati ISPRA sul 2018, in Italia il riscaldamento di edifici residenziali, commerciali e pubblici ha prodotto il 17,7% delle emissioni di CO2. Ma è altrettanto eloquente il dato relativo al PM: il solo riscaldamento domestico, infatti, è responsabile del 64% delle emissioni di PM2,5 (91,7kTon), del 53% delle emissioni di PM10 (94,1 kTon) e del 60% delle emissioni di CO (1248,9 kTon).

Il primo costo da tenere in considerazione è quello ambientale, che si riflette però anche sulla salute delle persone, soprattutto di chi vive in città. Il PM, infatti, è composto da particelle di polvere, liquidi e sporco sospese in aria, che nessuno vorrebbe respirare. E i valori non sono scesi di molto nemmeno in lockdown, proprio perché è il riscaldamento, più dei trasporti, il principale responsabile della loro dispersione.

Ma alti consumi energetici portano con loro anche alti costi in bolletta. È naturalmente difficile quantificarli data la grande varietà di situazioni che si possono creare, dipendente dalla posizione, dalla struttura e dalla dimensione dell’abitazione, dai comportamenti dei suoi abitanti, dall’efficienza dell’impianto, dal costo del gas e non solo. Ma sappiamo che oggi il costo dell’energia è di 12 centesimi per 1 kW/h e che per riscaldare un appartamento di 100 m2 servono oltre 5 kW/h. Ciò significa che per ogni ora di accensione si spenderanno circa 60 centesimi.

Come utilizzarli al meglio?

A fronte di questi dati, si capisce come la corretta gestione dei termosifoni possa essere di vitale importanza per il portafoglio, la salute e l’ambiente. Ecco qualche consiglio:

  • Integra l’impianto con tecnologie avanzate. Il primo passo per aumentare l’efficienza dei propri termosifoni è automatizzare l’impianto, evitando picchi di potenza e rendendolo programmabile.
  • Accendili solo se necessario. Non accendere i termosifoni solo per abitudine o perché lo fanno tutti. Nei mesi meno freddi (tra ottobre e novembre o tra febbraio e marzo) è possibile che ti basti soltanto un golfino o una coperta in più per non soffrire il freddo.
  • Imposta la temperatura corretta. La temperatura ideale di un ambiente domestico nei mesi più freddi è di 21 gradi di giorno e 17 gradi di notte. Non dovresti mai impostare temperature più alte, tenendo conto che, anche spegnendo i termosifoni, le pareti della casa conserveranno per qualche ora il calore prodotto.
  • Elimina gli ostacoli. Se il calorifero è nascosto dietro una tenda o coperto di panni, l’impianto dovrà impiegare molta più energia perché la stanza raggiunga la temperatura impostata.
  • Inserisci pannelli riflettenti tra calorifero e parete. Questa soluzione limita la dispersione di calore verso l’esterno, soprattutto se il calorifero è incassato nella parete, che risulta quindi più sottile di spessore.
  • Effettua una manutenzione periodica della caldaia. È la regola base, tanto da essere obbligatoria. L’unico modo per sapere se il tuo impianto sta funzionando nel modo corretto e se non minaccia la tua salute è infatti fargli un check-up completo almeno una volta l’anno, appena prima del periodo di accensione.

Ma per abbassare ancora di più l’impatto dei termosifoni, massimizzandone l’efficienza, è bene allargare lo sguardo all’intera casa, operando migliorie anche nel suo isolamento termico. Finestre con doppi vetri, infissi con taglio termico e pareti isolate sono indispensabili per non disperdere il calore emesso dall’impianto di riscaldamento.

Termosifoni sempre accesi o a intermittenza?

Veniamo al dunque: è più saggio, economico, sostenibile tenere i termosifoni sempre accesi al minimo o spegnerli e accenderli a seconda delle necessità? La logica del risparmio porterebbe naturalmente a propendere per la seconda soluzione, con la programmazione di tempi di accensione e spegnimento. Una volta automatizzato l’impianto, infatti, programmarlo per ora, giorno o settimana in base alle proprie abitudini, spegnendolo di notte o quando si è fuori casa, dovrebbe consentire di risparmiare.

Tuttavia, ci sono due fattori che in determinate situazioni, per esempio durante i giorni più freddi, potrebbero rendere preferibile la prima soluzione. Da una parte, dopo essere stato spento per molte ore l’impianto deve lavorare alla massima potenza per raggiungere la temperatura desiderata, impiegando molta più energia e più tempo. Dall’altra, i continui passaggi da momenti di spegnimento e accensioni alla massima potenza possono usurare le componenti della caldaia. Rimanendo sempre attiva alla minima potenza verrebbe invece sollecitata di meno, lavorando indisturbata e richiedendo meno energia per tornare in temperatura.

Ciò non significa che si debbano tenere attivi i termosifoni per 150 giorni di fila. Ma che sarebbe meglio farlo durante i giorni più gelidi, impostando per esempio una temperatura di 16 gradi quando si è fuori casa, per evitare sbalzi e sovraccarichi.

Valuta di sostituire il tuo impianto

Questi consigli sono validi in particolare per impianti di riscaldamento a gas metano, che, nonostante non costituiscano affatto un metodo sostenibile, sono ancora i più diffusi in Italia. La durata media di questi impianti è infatti ventennale, rendendo molto lento il ricambio a favore di tecnologie più moderne, come le caldaie a condensazione, obbligatorie per impianti di nuova installazione. Per dare un taglio drastico ai consumi e ai costi, infatti, bisognerebbe abbandonare del tutto le fonti fossili.

Ormai esistono soluzioni alternative che, a fronte di un investimento maggiore in fase di installazione, promettono un reale risparmio in bolletta e un azzeramento dell’impatto ambientale. Le caldaie a condensazione sono certamente preferibili a quelle a gas, ma non sono la soluzione più adatta dal punto di vista ambientale. Molto meglio le più moderne pompe di calore (aria-acqua, acqua-acqua o terra-acqua), abbinate a impianti fotovoltaici per produrre energia elettrica e a un recupero dell’acqua piovana.

Condividi

Leggi anche

var $radio = $('.jet-radio-list__input'); if (!$radio.filter(':checked').length) { $radio[0].checked = true; } /* CODICE DI TRACCIAMENTO LINKEDIN */
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: