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Economia circolare in edilizia: ecco come

Come accelerare la transizione ecologica dell’industria dei materiali da costruzione? Con i principi dell’economia circolare applicati all’edilizia.

La sola gestione dei materiali produce i due terzi delle emissioni globali di anidride carbonica. L’edilizia contribuisce sensibilmente a questo primato, data la quantità di materie prime che richiede in fase di costruzione e che produce in fase di demolizione. Allo spreco di materiali e di emissioni – e di conseguenza al loro impatto ambientale – c’è un solo antidoto: l’economia circolare applicata all’edilizia. Un modello di sviluppo sostenibile che permetta di raggiungere realmente ed entro i limiti temporali previsti la neutralità climatica.

Economia circolare nell’edilizia

La transizione ecologica dell’edilizia è dirimente per il completamento della decarbonizzazione, con l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra entro il 2050. Per questo l’Unione Europea sta promuovendo diverse iniziative per accelerarla, sia sul fronte delle nuove costruzioni che, soprattutto, su quello delle ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche. Un report recentemente prodotto per l’Agenzia Europea dell’Ambiente da Ramboll ha messo in evidenza le azioni da intraprendere per rendere più circolare il settore delle costruzioni, a partire dal recupero dei materiali.

L’economia circolare nell’edilizia consiste essenzialmente:

nella riduzione dell’uso di materie prime

nella sostituzione dei materiali ad alto impatto ambientale con materiali a basso impatto

nel riciclo di prodotti e materiali

L’estrazione delle materie prime e la loro trasformazione in materiali da costruzione producono da sole un quarto delle emissioni imputabili all’intero ciclo di vita degli edifici. I materiali da costruzione più utilizzati sono infatti acciaio, cemento e calcestruzzo, che generano grandi quantità di emissioni di gas serra. Basti pensare che l’impronta di carbonio della sola produzione di cemento corrisponde all’8% delle emissioni globali di CO2 e quella dell’acciaio il 7%, con una produzione del materiale che, secondo le previsioni, aumenterà del 30% entro il 2050.

L’industria edile deve dunque imparare da una parte a utilizzare in maniera più efficiente questi materiali e dall’altra a preferire alternative più sostenibili, anche e soprattutto derivanti da un approccio circolare. Ecco le azioni da intraprendere per mettere sulla giusta strada il settore.

Ridurre la quantità di acciaio e cemento utilizzati

Un aspetto che spesso passa inosservato quando di parla di economia circolare e sostenibilità in edilizia è che gli edifici di oggi vengono costruiti con più materiale del necessario. L’obiettivo è di assicurare resistenza e stabilità alle strutture edilizie. Ma anche di ridurre i costi di manodopera che sarebbero necessari per progettare strutture più efficienti dal punto di vista dell’utilizzo dei materiali. Alcuni studi hanno però rilevato che gli edifici potrebbero essere progettati con il 20-46% in meno di acciaio senza risultare meno stabili e resistenti. Allo stesso modo l’uso del calcestruzzo potrebbe essere ridotto del 10% negli attuali progetti edilizi. Per supportare queste riduzioni nelle pratiche di progettazione, gli standard di costruzione dovranno consentire progetti più snelli.

Riutilizzare in nuovi edifici i componenti in acciaio e cemento di edifici esistenti

La quantità di acciaio e ancor più di calcestruzzo riciclati o riutilizzati è molto bassa oggi. Il riutilizzo sarebbe da preferire dal punto di vista ambientale perché non comporta processi di riciclaggio ad alta intensità energetica come la rifusione dell’acciaio o la macinazione del calcestruzzo. Ma per massimizzarlo bisogna progettare i componenti in modo standardizzato e in modo che siano facili da smontare, favorendo l’economia circolare nell’edilizia.

Progettare gli edifici in modo che tutti loro componenti possano essere smontati e riutilizzati

È dunque a livello di progettazione che si può impostare davvero una filiera sostenibile e circolare dei materiali da costruzione. Come? Con il design for disassembly, un must dell’economia circolare nell’edilizia. Prevede infatti l’unione e la stratificazione dei materiali in modo che siano tanto robuste quanto reversibili, per esempio avvitando le parti invece che incollandole. Si tratta evidentemente di un metodo compatibile con la prefabbricazione e contribuirà a un futuro in cui potranno essere utilizzati come fonti di materiali gli edifici stessi, recuperabili al 90%. Il successo di questo approccio dipenderà dunque anche dalla capacità di costruire database di informazioni sulla composizione degli edifici attuali e di creare banche di materiali, per facilitarne l’estrazione al momento di una nuova costruzione.

Utilizzare il legno come materiale strutturale negli edifici anziché cemento e acciaio

L’uso del legname potrebbe ridurre le emissioni correlate all’edilizia in modo significativo, perché gli alberi assorbono CO2 nel corso della loro vita e continuano a farlo anche se trasformati in una struttura per l’edilizia ben tenuta. Il legname in questione deve però provenire da foreste locali e gestite in modo sostenibile per evitare la deforestazione e le emissioni derivanti dal trasporto del materiale. Si stima che, se tutti i nuovi edifici residenziali nell’UE fossero strutturati in legno, il 12% delle emissioni del settore edilizio potrebbe essere evitato.

Utilizzare tipologie di cemento più sostenibili

Alcuni tipi di cemento sviluppati recentemente emettono significativamente meno anidride carbonica durante la lavorazione, sulla base della loro diversa composizione chimica. Altri possono essere utilizzati per produrre calcestruzzo prefabbricato che solidifica a temperature molto più basse rispetto alla norma. E. ancora, le emissioni di cemento possono essere ridotte utilizzando sottoprodotti di altri processi di produzione industriale nelle miscele. Combinate, queste azioni potrebbero ridurre le emissioni del settore del 30%. I nuovi cementi sono tuttavia al momento meno competitivi rispetto ai materiali convenzionali, a causa del prezzo e della mancanza di domanda.

Ottimizzare l’uso dello spazio negli edifici per ridurre la necessità di nuove costruzioni

Per ridurre le emissioni dell’edilizia si può anche agire sulla destinazione d’uso degli edifici. Per esempio, aumentando la densità di utenti e facendo un uso più efficiente dello spazio. Ciò significa progettare spazi multifunzionali o flessibili, che riducono la domanda di nuovi edifici e dunque di nuovi materiali. Ma anche progettare edifici più compatti, pur senza ridurre lo spazio oltre ciò di cui le persone hanno bisogno per il comfort e la sicurezza. In ufficio, basterebbe aumentare le pratiche di co-working e di lavoro da remoto per diminuire la necessità di spazio.

Ottenere cemento dagli scarti di demolizione utilizzando processi di riciclaggio efficienti

Il riciclaggio del cemento può ridurre la necessità di nuovo cemento se il calcestruzzo di scarto viene frantumato e il cemento filtrato per essere riutilizzato. Esistono già nuove tecnologie e tecniche di riciclo più efficienti che potrebbero essere più ampiamente integrate nel processo di costruzione in cantiere, riducendo così anche le esigenze di trasporto. Se fattibile, in ogni caso, il riutilizzo avrebbe emissioni di CO2 inferiori rispetto al riciclaggio e sarebbe quindi da preferire nell’ottica di un’economia circolare dell’edilizia.

Ristrutturare gli edifici esistenti piuttosto che demolire e ricostruire

Tutte le azioni descritte devono avere il fine ultimo non solo di migliorare l’efficienza energetica degli edifici, ma anche di prolungare la loro vita e renderli più facilmente ristrutturabili. L’attuale tasso di rinnovamento osservato nell’UE è dell’1% annuo, ma per raggiungere gli obiettivi della politica di efficienza energetica questo valore dovrà crescere. Posto che la ristrutturazione, se possibile, è sempre da preferire rispetto alla demolizione, si tratta in ogni caso di un processo che produce emissioni e che richiede l’impiego di nuovi materiali. Andrà dunque condotta anch’essa sulla base dei principi dell’economia circolare nell’edilizia tra riutilizzo di componenti e materiali, scelta di materie prime biologiche e ottimizzazione degli spazi.

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