L’architettura non è solo una questione di estetica o funzionalità, è una disciplina che ha un impatto diretto sulla vita quotidiana e sulla salute delle persone che vivono o lavorano negli spazi progettati.
L’interazione tra l’ambiente costruito e la qualità della vita è perciò un tema sempre più rilevante, soprattutto in un mondo dove la nostra esperienza di spazio è sempre più diversificata e complessa e in cui siamo in cerca di un nuovo modello di vita e sviluppo sostenibile. La progettazione neuroscientifica in architettura ha proprio l’obiettivo di migliorare il benessere delle persone a partire dal design degli spazi che vivono.
C’è una relazione tra ambiente e benessere psicofisico
Numerosi studi hanno dimostrato che l’ambiente in cui viviamo ha un effetto profondo sul nostro stato emotivo e fisico. L’architettura, infatti, può influenzare il nostro umore, ridurre o aumentare lo stress, favorire o impedire la socializzazione e migliorare o peggiorare la produttività. Ma come avviene questa connessione? Il nostro corpo risponde a stimoli esterni in modi che possono essere misurati e osservati. Per esempio, un ambiente luminoso e ben ventilato può ridurre la fatica e migliorare l’umore, mentre un ambiente buio e umido può avere l’effetto contrario, aumentando i livelli di stress e diminuendo la concentrazione, oltre a causare problemi di salute a lungo termine.
Una delle teorie fondamentali che spiegano e interpretano questa connessione è quella del design biofilico, che si riferisce infatti all’innato legame tra gli esseri umani e la natura. Studi scientifici suggeriscono infatti che l’integrazione della natura nell’ambiente costruito (ad esempio attraverso piante, luce e materiali naturali o la vista di spazi verdi) può ridurre lo stress, migliorare la creatività e aumentare la sensazione di benessere. La progettazione degli spazi che rispettano e integrano questi principi contribuisce a creare ambienti in cui le persone non si sentono solo a loro agio, ma anche più felici e più produttive.
La progettazione neuroscientifica
La biofilia è alla base della progettazione neuroscientifica, che in architettura rappresenta un approccio innovativo che unisce le scienze cognitive e neuroscientifiche con la pratica progettuale per creare ambienti che ottimizzino il benessere psicofisico delle persone. Questo concetto si basa sull’idea che gli ambienti costruiti, siano essi abitazioni, spazi di lavoro, scuole, ospedali o luoghi pubblici, possano influenzare profondamente il nostro cervello e il nostro comportamento. In altre parole, l’architettura è un mezzo per migliorare il nostro stato mentale, le nostre emozioni e il nostro rendimento.
Le neuroscienze hanno ampiamente documentato come gli ambienti spaziali possano stimolare o sopprimere determinati processi cerebrali, influenzando il nostro stato emotivo e il nostro benessere psicologico. L’architettura, infatti, non è percepita passivamente dal nostro cervello: ogni elemento spaziale, visivo o sensoriale interagisce con il nostro sistema nervoso, producendo reazioni fisiologiche e psicologiche. In sintesi, la progettazione neuroscientifica in architettura integra le scoperte scientifiche sui meccanismi cerebrali e comportamentali con le strategie di progettazione spaziale, creando ambienti che influenzano positivamente la nostra psiche, la nostra salute e il nostro comportamento.
I principi neuroscientifici applicati alla progettazione spaziale
L’applicazione delle neuroscienze all’architettura si fonda su alcuni principi chiave, che aiutano a progettare spazi che possano favorire il miglior funzionamento del cervello e, quindi, della persona.
1. Luce e colore
La luce è uno degli elementi più studiati in neuroscienza in relazione all’architettura. La luce naturale, infatti, regola il nostro orologio biologico interno e influisce sui livelli di energia e di attenzione. La progettazione neuroscientifica cerca di massimizzare l’ingresso di luce naturale negli spazi, con ampie finestre, lucernari o vetrate. Ma studia anche il colore degli ambienti, che ha ugualmente un impatto significativo sul nostro cervello. Colori come il blu dell’acqua e il verde delle piante, tipici del design biofilico, sono associati al rilassamento e alla calma, mentre il rosso può stimolare l’attività. L’uso consapevole dei colori in modo può perciò influenzare in modo radicale l’atteggiamento di una persona in un determinato spazio.
2. Spazi aperti e flessibili
Il cervello umano reagisce in modo positivo a spazi ampi e luminosi, che non creano una sensazione di costrizione o claustrofobia. Gli ambienti troppo angusti o sovraffollati possono provocare stress e difficoltà di concentrazione. La progettazione neuroscientifica incoraggia l’uso di spazi aperti, che permettono una buona circolazione dell’aria e una facile mobilità, nonché la possibilità di personalizzare l’ambiente a seconda delle esigenze della persona.
3. Acustica e rumore
Il rumore è un altro fattore che può influire sul benessere neurologico. L’esposizione a suoni forti e persistenti può generare stress, ansia e distrazione. Una buona progettazione acustica è fondamentale, negli ambienti di lavoro e in quelli educativi, ma anche a casa propria. L’utilizzo di materiali fonoassorbenti, la creazione di zone di quiete o il controllo delle fonti di rumore possono ridurre l’impatto negativo e migliorare la qualità dell’ambiente.
4. Ergonomia e movimento
La neuroscienza ha anche evidenziato l’importanza del movimento per il nostro benessere cognitivo. Spazi progettati per incoraggiare l’attività fisica o per rendere facile il movimento possono stimolare la circolazione sanguigna, migliorare la concentrazione e ridurre la fatica. Mobili regolabili, sedute ergonomiche, ambienti che favoriscono il camminare o l’interazione sociale sono tutti aspetti che tengono conto della neurologia del corpo e favoriscono una vita più sana e produttiva.
Qualche esempio pratico della progettazione neuroscientifica
La progettazione neuroscientifica non si limita a teorie e principi astratti, ma trova applicazione pratica in vari ambiti dell’architettura pubblica e privata. Le scuole progettate con un approccio neuroscientifico, per esempio, utilizzano luce naturale, colori stimolanti, e spazi di apprendimento flessibili che incoraggiano la curiosità e la concentrazione. L’acustica viene migliorata per ridurre il rumore distrattivo e vengono creati ambienti che stimolano la socializzazione tra gli studenti.
Gli uffici progettati per il benessere dei dipendenti considerano l’ergonomia, la qualità dell’aria, l’illuminazione e la possibilità di scelta tra spazi di lavoro individuali e collaborativi. La presenza di aree verdi e la possibilità di interagire con la natura, anche all’interno degli spazi di lavoro, sono sempre più comuni. Gli ospedali e le cliniche progettati con un approccio neuroscientifico mirano invece a creare ambienti che favoriscano il recupero dei pazienti. La presenza di luce naturale, spazi rilassanti, colori calmanti e piante, per esempio, ha dimostrato di saper ridurre il dolore percepito, abbreviare i tempi di recupero e migliorare l’umore dei pazienti.