Davvero si interromperanno le forniture di gas dalla Russia? In attesa di scoprirlo, conviene informarsi su come riscaldare casa senza gas.
La domanda del momento in tema di energia è: come raffreddare o riscaldare senza gas gli edifici? L’inasprimento delle sanzioni al Cremlino potrebbe infatti arrivare a coinvolgere anche il settore energetico, finora intoccabile a causa dell’elevata dipendenza europea dal gas russo. Ma più la guerra prosegue, più sono necessarie prese di posizione che scendano a compromesso tra ciò che è giusto e ciò che è comodo.
Se l’Europa decidesse all’unanimità di interrompere le importazioni di fonti fossili dalla Russia, perderebbe il 41,1% di gas e il 36,5% di petrolio, secondo i dati diffusi da Eurostat e aggiornati al 2020. Cifre importanti, che comporterebbero significative modifiche al nostro stile di vita e di consumo, per non parlare dell’impatto sulle attività delle aziende particolarmente energivore. Mentre i governi cercano soluzioni tappa-buchi – il premier Draghi ha avviato trattative con l’Algeria per coprire l’ammanco di gas –, vale però la pena di ragionare in modo più lungimirante.
La geopolitica ha infatti fornito, in questi mesi, un altro grande motivo per intensificare gli sforzi di transizione energetica già richiesti dagli obiettivi climatici del Green Deal e dell’Accordo di Parigi. Tanto che la Commissione Europea ha immediatamente prodotto una bozza di Piano per accelerare l’abbandono delle fonti fossili russe, REPowerEU, concludendo il processo prima del 2030. Se gas, carbone e petrolio sono off-limits, come raffrescheremo e riscalderemo le nostre case? Ecco tutti i metodi disponibili.
Riscaldamento sostenibile e rinnovabile
Gli edifici evolvono all’evolversi dalle istanze sociali e, negli ultimi decenni, ambientali. Oggi, grazie alla ricerca tecnologica declinata in ottica ecologica esistono soluzioni che ci permettono di arricchire il mix energetico europeo, di diversificare le fonti e soprattutto di abitare in case a basso impatto ambientale. Grazie alla digitalizzazione, inoltre, l’efficienza di queste tecnologie può essere massimizzata fino a raggiungere la carbon neutrality. Riscaldare casa senza gas è perciò già possibile e oggi più che mai rappresenta una scelta saggia sotto tutti i punti di vista. Farlo significa cambiare la fonte di energia primaria che mette in moto la nostra impiantistica domestica.
Le biomasse
Partiamo dal passato: prima del gas e del carbone a consentire alle persone di riscaldare le proprie stanze era essenzialmente la legna. Oggi camini e stufe a legna o a pellet rappresentano raramente fonti di riscaldamento primarie, ma le caldaie a biomassa potrebbero essere una valida alternativa a quelle a gas. Costano di più, ma la materia prima – legna, pellet o altre sostanze organiche solide – è meno cara e, se proveniente da foreste gestite responsabilmente o da scarti di lavorazioni, è pienamente sostenibile. Se si possiede spazio a sufficienza per stoccare grandi quantità di biomasse legnose, la caldaia a legna è una buona idea, anche se non può essere utilizzata per il raffrescamento.
L’aria, l’acqua e il calore terrestre
Tra le soluzioni più promettenti per riscaldare senza gas ci sono le pompe di calore, che utilizzano solo fonti rinnovabili, prelevando calore dall’aria esterna, dall’acqua di falda o dalla terra. Se correttamente dimensionate e abbinate a sistemi di distribuzione a bassa temperatura, come i pannelli radianti, hanno un’efficienza molto alta. Possono garantire infatti un risparmio del 75% di energia rispetto a metodi tradizionali come i radiatori e la caldaia a gas. Come se non bastasse, possono produrre anche aria fredda, fungendo da motore per refrigeratori.
Il loro svantaggio storico sono le scarse performance in presenza di basse temperature esterne, ma i produttori stanno risolvendo il problema. Nel frattempo, potrebbe essere necessario l’affiancamento di un altro sistema di produzione, per esempio una caldaia, che dia vita a un impianto ibrido.
Pannelli fotovoltaici e solari termici
Sempre più diffusi, anche se non ancora abbastanza, i pannelli fotovoltaici e solari termici sono la chiave della transizione energetica dell’edilizia. Possono essere combinati con altre tipologie di impianto e rappresentano ormai tecnologie pienamente mature e performanti.
Il fotovoltaico trasforma l’energia solare in energia elettrica, favorendo perciò un’elettrificazione pulita del settore della climatizzazione domestica. Se abbinato a un sistema di accumulo, esprime tutte le proprie potenzialità, perché consente di immagazzinare l’energia prodotta in eccesso per usi futuri, senza sprecarla.
Il solare termico invece contiene serpentine in cui scorre un fluido termovettore che porta il calore ricevuto dai raggi del sole a un serbatoio di accumulo, per produrre acqua calda sanitaria – risparmiando il 60-80% di consumi e costi all’anno – e per riscaldare la casa.
L’investimento iniziale per un sistema di pannelli che consenta un’indipendenza energetica è molto alto, ma coperto dal Superbonus 110%. Chi volesse invece solo un aiuto contro il caro bollette, può installare meno pannelli e di dimensioni ridotte, sul tetto o sul balcone.
I vantaggi di riscaldare casa senza gas
L’abbandono delle fonti fossili non è una soluzione di ripiego, anzi, è un passo necessario verso un mondo più sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico. Ecco i vantaggi derivanti dal riscaldare casa senza gas:
- è un primo passo per il raggiungimento della carbon neutrality dell’edilizia, cioè l’azzeramento dell’impatto negativo sull’ambiente
- favorisce l’indipendenza energetica, a maggior ragione in Italia, dove le fonti fossili scarseggiano ma abbondano quelle rinnovabili (legna, sole, vento…)
- così facendo, elimina un fattore di sudditanza e potenziale ricatto dal punto di vista geopolitico
- permette di risparmiare, perché le fonti rinnovabili costano meno