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L'Europa ha approvato due nuove norme sull'idrogeno per accelerare la transizione energetica verso il rinnovabile.

Le nuove norme sull’idrogeno

L’Europa ha approvato due nuove norme sull’idrogeno per accelerare la transizione energetica verso il rinnovabile.

L’Europa sta preparando la strada alla diffusione dell’idrogeno proponendo norme che individuino in modo preciso quello rinnovabile e sostenibile. Un passo fondamentale è stato fatto a febbraio del 2023, quando la Commissione ha adottato due atti delegati previsti dalla Direttiva sulle energie rinnovabili. Atti che fanno parte di un più ampio quadro normativo dell’UE per l’idrogeno, che comprende investimenti in infrastrutture energetiche e norme sugli aiuti di Stato, nonché obiettivi legislativi per l’idrogeno rinnovabile per l’industria e i settori dei trasporti. A giugno le regole sono state ufficialmente pubblicate, in seguito al periodo di esame da parte del Parlamento europeo e del Consiglio.

Le due leggi sono interconnesse ed entrambe necessarie affinché i combustibili siano conteggiati nell’obiettivo di energia rinnovabile degli Stati membri. Forniranno certezza normativa agli investitori perché l’UE mira a raggiungere 10 milioni di tonnellate di produzione interna di idrogeno rinnovabile e 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile importato in linea con il piano REPowerEU, che vuole eliminare i combustibili fossili russi e in generale di importazione.

L’atto sul principio di addizionalità

Tra queste norme, il primo atto delegato definisce a quali condizioni l’idrogeno, i combustibili a base di idrogeno o altri vettori energetici possono essere considerati RFNBO (Renewable fuels of non-biological origin), cioè combustibili rinnovabili di origine non biologica. La legge chiarisce in particolare il principio di “addizionalità” per l’idrogeno enunciato nella Direttiva UE sulle energie rinnovabili. Gli elettrolizzatori per produrre idrogeno dovranno essere collegati alla nuova produzione di elettricità rinnovabile perché la generazione di idrogeno rinnovabile incentivi davvero un aumento del volume di energia rinnovabile disponibile in rete. In questo modo, la produzione di idrogeno sosterrà la decarbonizzazione e integrerà gli sforzi di elettrificazione, evitando pressioni sulla produzione di energia.

La domanda iniziale di elettricità per la produzione di idrogeno sarà trascurabile, ma aumenterà verso il 2030 con il lancio di elettrolizzatori su larga scala. La Commissione stima infatti che siano necessari circa 500 TWh di elettricità rinnovabile per soddisfare l’ambizione di REPowerEU di produrre entro il 2030 10 milioni di tonnellate di RFNBO. Ambizione che si riflette nella proposta della Commissione di aumentare al 45% l’obiettivo per il 2030 per le energie rinnovabili.

L’atto delegato stabilisce perciò diversi modi in cui i produttori possono dimostrare che l’elettricità da fonti rinnovabili utilizzata per la produzione di idrogeno è conforme alle norme sull’addizionalità. Introduce inoltre criteri volti a garantire che l’idrogeno rinnovabile sia prodotto solo quando e dove è disponibile energia rinnovabile sufficiente.

L’atto sul calcolo delle emissioni

Il secondo atto delegato fornisce una metodologia per il calcolo delle emissioni di gas serra nel ciclo di vita degli RFNBO. La metodologia tiene conto delle emissioni di gas durante l’intero ciclo di vita dei combustibili. Sono comprese le emissioni a monte, le emissioni associate al prelievo di elettricità dalla rete, dalla lavorazione e quelle associate al trasporto al consumatore finale. La metodologia chiarisce inoltre come calcolare le emissioni di gas serra dell’idrogeno rinnovabile o dei suoi derivati ​​nel caso in cui sia coprodotto in un impianto che produce combustibili di origine fossile.

«L’idrogeno rinnovabile è una componente cruciale della nostra strategia per una transizione verso un’energia pulita economicamente vantaggiosa e per eliminare i combustibili fossili russi in alcuni processi industriali – sostiene il Commissario per l’Energia Kadri Simson – Norme chiare e un sistema di certificazione affidabile sono fondamentali per lo sviluppo e l’affermazione di questo mercato emergente in Europa. Questi atti delegati forniscono agli investitori la necessaria certezza del diritto e rafforzeranno ulteriormente la leadership industriale dell’UE in questo settore verde».

Tempistiche e applicazioni delle norme sull’idrogeno

Per tenere conto degli impegni di investimento esistenti e consentire al settore di adattarsi al nuovo quadro, le norme sull’idrogeno saranno introdotte gradualmente e progettate per diventare più rigorose nel tempo. In particolare, prevedono una fase di transizione dei requisiti di “addizionalità” per i progetti sull’idrogeno che inizieranno prima del 1° gennaio 2028. Questo periodo di transizione corrisponde al periodo in cui gli elettrolizzatori saranno potenziati e immessi sul mercato. Inoltre, i produttori di idrogeno potranno far corrispondere la loro produzione di idrogeno con le loro fonti rinnovabili contrattuali su base mensile fino al 1° gennaio 2030. Tuttavia, gli Stati membri avranno la possibilità di introdurre norme più rigorose sulla correlazione temporale a partire dal 1° luglio 2027.

I requisiti per la produzione di idrogeno rinnovabile si applicheranno sia ai produttori nazionali sia ai produttori di paesi terzi esportatori di idrogeno rinnovabile nell’UE. Un sistema di certificazione basato su sistemi volontari garantirà che tutti i produttori possano dimostrare in modo semplice e agevole la loro conformità al quadro dell’UE e commerciare idrogeno rinnovabile all’interno del mercato unico.

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