Riscaldamento e raffrescamento sono i principali responsabili dei consumi dell’edilizia. Ecco come l’UE pianifica di rinnovarli.
Per i ventisette Stati Membri è ora di recepire le nuove norme europee per la transizione energetica nei propri ordinamenti nazionali. La Commissione Europea mette a disposizione documenti di orientamento che chiariscono disposizioni e metodi di calcolo, soprattutto in tema di riscaldamento e raffrescamento rinnovabili.
Riscaldamento e raffrescamento pesano su bollette ed emissioni
L’edilizia è responsabile di quasi il 40% delle emissioni e del consumo di energia in Europa, soprattutto a causa della climatizzazione, cioè di riscaldamento e raffrescamento. Nel settore residenziale, per esempio, questi ultimi rappresentano oltre l’80% dei consumi. Si tratta di una quota talmente significativa da renderli la priorità assoluta nelle strategie di transizione energetica verso la carbon neutrality.
Il problema principale da risolvere è che oggi riscaldamento e raffrescamento dipendono ancora soprattutto da fonti inquinanti, cioè da combustibili fossili o da elettricità non rinnovabile. Crescono invece troppo lentamente le quote di energia solare e solare fotovoltaica, geotermica ed eolica, mentre aumentano anche le biomasse, che non sarebbero però in grado di sostenere il fabbisogno del settore.
L’UE facilita la decarbonizzazione della climatizzazione
L’Europa ha già introdotto e aggiornato diverse norme per accelerare la transizione di questi settori, in particolare le direttive recentemente riviste sulle energie rinnovabili (RED) e sull’efficienza energetica (EED). Le misure e gli obblighi presenti in queste direttive sono vincolanti per gli Stati Membri, che devono recepire nel proprio diritto nazionale la RED prima del 21 maggio 2025 e l’EED prima dell’11 ottobre 2025.
L’UE ha deciso di snellire questo processo e la Commissione Europea ha perciò adottato il 2 settembre 2024 documenti con linee guida che possano orientare le nazioni in tal senso, facilitando il recepimento e l’attuazione delle direttive. Data la centralità di riscaldamento e raffrescamento, tra i documenti ne figurano due a loro dedicati.
Riscaldamento e raffrescamento nella direttiva RED
La direttiva RED III sulle energie rinnovabili invita l’introduzione di queste ultime in tutti i settori e in particolare nel riscaldamento, raffrescamento, teleriscaldamento e teleraffrescamento, protagonisti degli articoli 23 e 24 ma centrali anche negli articoli 15 bis sulle costruzioni e 22 bis sull’industria. Le disposizioni che introduce promuovono perciò la produzione e l’uso di energie rinnovabili per alimentare la climatizzazione, secondo i seguenti obiettivi:
- entro il 2030 il settore delle costruzioni dovrà essere alimentato almeno al 49% da energia rinnovabile. Ogni stato può stabilire una percentuale maggiore.
- Nei quinquenni 2021-2025 e 2026-2030 comparati al 2020 l’aumento medio annuo della quota di energia rinnovabile nell’industria deve essere di almeno l’1,6%.
- Nei quinquenni 2021-2025 e 2026-2030 comparati al 2020 l’aumento medio annuo della quota di energia rinnovabile per l’alimentazione di riscaldamento e raffrescamento deve essere almeno tra 0,8 e 1,1 punti percentuali più un importo aggiuntivo nazionale.
- Nel decennio 2021-2030 comparato al 2020 l’aumento medio annuo indicativo della quota di energia rinnovabile e calore e freddo di scarto per l’alimentazione di teleriscaldamento e teleraffrescamento deve essere almeno di 2,2 punti percentuali.
La Commissione ha pubblicato a tal proposito linee guida che chiariscono gli obiettivi, le disposizioni e la contabilizzazione delle quote di energia rinnovabile nei vari settori interessati.
Cosa dice la EED sulla climatizzazione?
Riguardo la EED, l’obiettivo principale fissato è il risparmio energetico pari ad almeno il 32,5 % a livello dell’Unione entro il 2030. La Commissione ha in questo caso pubblicato linee guida per l’interpretazione dell’articolo 26 sulla fornitura di riscaldamento e raffreddamento. In particolare, a proposito dell’identificazione di sistemi di teleriscaldamento e teleraffreddamento efficienti e delle modalità per fissare gli obblighi di efficientamento relativi ai sistemi che non soddisfano i criteri. Inoltre, spiega come utilizzare il calore prodotto in eccesso da grandi strutture energivore come data center e industrie.