Addio ai “+”, da settembre sono obbligatorie nuove etichette energetiche per tutte le sorgenti luminose.
La corsa al risparmio energetico non tralascia nemmeno l’illuminazione. Dal 1° settembre sono obbligatorie nuove etichette energetiche per le sorgenti luminose, dopo quelle riservate, dal 1° marzo, a lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie e TV. Lo sviluppo di prodotti sempre più efficienti ha reso necessaria la revisione delle etichette per evitare equivoci nella lettura, adattando le classi energetiche alle caratteristiche dei prodotti oggi disponibili sul mercato.
«Negli ultimi anni le lampadine e gli altri prodotti per l’illuminazione sono diventati così efficienti che oltre la metà dei LED rientra ora nella classe A++», ha dichiarato Kadri Simson, commissaria europea per l’energia. «L’aggiornamento delle etichette renderà più facile per i consumatori vedere quali sono i prodotti migliori e ciò, a sua volta, li aiuterà a risparmiare energia e denaro sulle bollette. L’uso di un’illuminazione più efficiente sotto il profilo energetico contribuirà a ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell’UE e contribuirà al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050».
L’etichettatura è obbligatoria da oltre 25 anni per tutti i dispositivi che consumano energia e deve essere ben visibile sia nei negozi fisici che in quelli online. È infatti utile a semplificare le valutazioni del cliente, incoraggiando l’acquisto di prodotti più efficienti, dai consumi ridotti e dunque con una minore impronta di carbonio, oltre che meno costosi. Ma allo stesso tempo incentiva i produttori a impegnarsi per sviluppare apparecchi sempre più moderni. Dal 2022, come previsto dal regolamento, le nuove etichette energetiche saranno obbligatorie anche per condizionatori e scalda-acqua.
Perché delle nuove etichette energetiche
Chiunque abbia acquistato un apparecchio tecnologico dal 1995 a oggi, potrebbe essersi imbattuto in un’etichetta con la classe relativa ai suoi consumi energetici. Originariamente suddivise in livelli contrassegnati dalle lettere dell’alfabeto, con la “A” a indicare la classe più efficiente, le etichette energetiche hanno subito un’evoluzione parallela a quella dell’offerta. Con lo sviluppo di tecnologie sempre più efficienti, infatti, si è resa necessaria l’aggiunta progressiva di “+”, con l’introduzione delle classi A+, A++ e A+++.
Oggi che l’efficienza dei dispositivi sta raggiungendo livelli sempre più alti, è indispensabile un aggiornamento delle etichette. Per evitare di sommare un numero eccessivo di “+” o di assegnare indiscriminatamente alla classe A+++ tecnologie dai consumi molto diversi, si è perciò deciso di scalare le classi, tornando al semplice alfabeto, dalla A alla G. In concreto, significa che alla vecchia classe A+++ dal 1° settembre corrisponde la A, alla A++ la B, alla A+ la C e così via.
Come leggerle
Le nuove etichette energetiche sono costruite appositamente per risultare il più chiare possibili, grazie all’utilizzo di simboli e colori. Presentano sempre il logo dell’Unione Europea, area per cui sono valide, il nome del produttore e del modello e un QR code, utile ad approfondire le informazioni sull’elettrodomestico tramite smartphone, accedendo a una banca dati UE.
Nella parte centrale, contengono l’indicazione della classe energetica del prodotto, in una scala da G (rossa) ad A (verde scuro). Segue la specificazione del consumo in kWh (kilowattora), in genere riguardante le 3000 ore di utilizzo. Ad oggi i prodotti in grado di ottenere le classi A e B della scala sono pochissimi, in modo da lasciare margine di miglioramento e da sfidare i produttori nello sviluppo di tecnologie che riescano a rientrarvi.
Ecco a quali cifre corrisponde ogni classe indicata sulle etichette energetiche:
A. Consumo inferiore o uguale a 22 kWh, costo inferiore o uguale a 4,13 €
B. Consumo da 23 a 25 kWh, costo da 4,13 a 4,69 €
C. Consumo da 26 a 29 kWh, costo da 4,69 a 5,42 €
D. Consumo da 30 a 34 kWh, costo da 5,42 a 6,42 €
E. Consumo da 35 a 41 kWh, costo da 6,42 a 7,88 €
F. Consumo da 42 a 54 kWh, costo da 7,88 a 10,20 €
G. Consumo superiore a 54 kWh, costo superiore a 10,20 €
Infine, a seconda della tipologia di prodotto, le etichette contengono pittogrammi intuitivi che forniscono altre informazioni energetiche e non, per completare il quadro a disposizione delle valutazioni del consumatore. Per esempio, informazioni sul consumo di acqua, sul rumore emesso o sulla capacità di stoccaggio.
L’impatto delle etichette energetiche sui consumi
La Commissione europea stima che le etichette energetiche possano permettere di risparmiare 38 TWh all’anno fino al 2030. Ma l’estensione dell’ambito di applicazione delle etichette e il loro aggiornamento in base all’offerta del mercato potrebbe alzare il risparmio a 94 TWh l’anno. Ed effettivamente la loro applicazione funziona. Secondo l’Eurobarometro 2019 dell’UE, infatti, il 93% dei consumatori riconosce le etichette e il 79% sa cosa significano, tenendone conto in fase di acquisto.
Ad oggi, le sorgenti luminose più efficienti sono quelle LED, praticamente inesistenti nel 2008 e giunte invece al 22% del totale nel 2015, anche grazie alla drastica diminuzione del loro costo. Si stima, inoltre, che l’aumento dell’efficienza e della durata di vita permessi dalla tecnologia LED abbatteranno le vendite di lampadine e simili del 60% entro il 2030, dai 1500 milioni del 2020 a 600 milioni. Le LED occupano perciò i primi posti della classifica di efficienza e dunque popolano le prime classi della nuova scala: concretamente, scegliendo una lampadina LED di classe B si spenderà e si consumerà la metà rispetto a una lampadina classe F.