È ora di pianificare gli interventi suggeriti dalla Direttiva Case Green per contribuire alla transizione energetica del costruito.
Ricordate la Direttiva Case Green promossa dall’Unione Europea e pubblicata a maggio in Gazzetta Ufficiale? È ora di pianificare gli interventi che permettono di rispettarla, riqualificando gli edifici per avvicinarli il più possibile alla carbon neutrality. Com’è noto, l’obiettivo che guida le disposizioni europee in merito è il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, ma la direttiva propone un avvicinamento graduale al target. Quali sono gli interventi da effettuare per adeguarsi alla Direttiva?
Lo stato dell’arte dell’edilizia europea
L’85% degli edifici dell’UE è stato costruito prima del 2000 e il 75% di questi ha una scarsa prestazione energetica. Agire sull’efficienza energetica degli edifici è quindi fondamentale per risparmiare energia, ridurre le bollette per i cittadini e le piccole imprese e raggiungere un parco immobiliare a emissioni zero e completamente decarbonizzato entro il 2050. Il 40% dell’energia consumata nell’Unione Europea e un terzo delle emissioni di gas serra sono infatti da imputare agli edifici. In particolare, a pesare sugli edifici residenziali sono la climatizzazione (riscaldamento e raffrescamento) e il riscaldamento dell’acqua calda sanitaria, responsabili dell’80% circa dei consumi energetici.
Per migliorare la prestazione energetica degli edifici, l’UE ha perciò istituito un quadro legislativo che comprende la revisione della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (UE/2024/1275), la cosiddetta Direttiva Case Green, e la revisione della Direttiva sull’efficienza energetica (UE/2023/1791).
Insieme, le direttive promuovono politiche che aiuteranno a:
- raggiungere un patrimonio edilizio ad alta efficienza energetica e decarbonizzato entro il 2050
- creare un ambiente stabile per le decisioni di investimento
- consentire ai consumatori e alle imprese di fare scelte più informate per risparmiare energia e denaro
Cosa dice la direttiva Case Green?
La revisione della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (UE/2024/1275) è entrata in vigore in tutti i paesi dell’UE il 28 maggio 2024 e contribuisce ad aumentare il tasso di ristrutturazione nell’UE, in particolare per gli edifici con le peggiori prestazioni di ciascun paese. Promuove inoltre una migliore qualità dell’aria, la digitalizzazione dei sistemi energetici per gli edifici e la realizzazione di infrastrutture per la mobilità sostenibile. Riconoscendo le differenze tra i paesi dell’UE in fattori quali il patrimonio edilizio esistente, la geografia e il clima, la direttiva consente ai governi di decidere le misure di ristrutturazione più adatte al loro specifico contesto nazionale.
I paesi possono anche esentare dalle norme varie categorie di edifici, inclusi edifici storici e case vacanza. Fondamentalmente, la direttiva rivista facilita finanziamenti più mirati agli investimenti nel settore edilizio, integrando altri strumenti dell’UE e combattendo la povertà energetica, sostenendo i consumatori vulnerabili. I paesi dell’UE devono inoltre garantire che vi siano tutele per gli inquilini, ad esempio attraverso il sostegno agli affitti o limiti agli aumenti degli affitti.
Complessivamente, la direttiva contribuisce all’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 60% nel settore edilizio entro il 2030 rispetto al 2015 e di raggiungere un parco immobiliare decarbonizzato e a emissioni zero entro il 2050. Per farlo, procede di pari passo con altre politiche europee nell’ambito del Green Deal, come il sistema di scambio delle emissioni per i combustibili utilizzati negli edifici, la Direttiva rivista sull’efficienza energetica, la Direttiva rivista sulle energie rinnovabili e il Regolamento sulle infrastrutture per i combustibili alternativi.
Quali interventi effettuare in casa?
Sulla base delle misure e delle scadenze individuate dalla Direttiva Case Green possiamo perciò iniziare a programmare interventi che ci permettano di riqualificare dal punto di vista energetico casa nostra, dando un contributo alla decarbonizzazione del settore. Come abbiamo detto, sono il raffrescamento e il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua utilizzata per scopi sanitari a incidere maggiormente sui consumi energetici degli edifici residenziali. Ma anche l’utilizzo degli altri elettrodomestici e impianti di casa incide su consumi e costi.
L’intervento più radicale ma anche più utile che si possa effettuare per efficientare questi processi è l’elettrificazione dei propri consumi, ovvero l’adozione di metodi di climatizzazione e alimentazione dell’impiantistica basti sull’elettricità. Quest’elettricità deve naturalmente essere prodotta in modo sostenibile e provenire da fonti rinnovabili, che nel caso del settore residenziale corrispondono soprattutto a pannelli fotovoltaici o pompe di calore.
Unitamente è importante dotare l’abitazione di strumenti digitali che permettano di controllare i consumi massimizzando l’efficienza energetica e minimizzando i costi. È l’ambito della domotica e della building automation, che danno vita al mondo dell’Internet of Things (Internet delle Cose). Permettono infatti di mettere in comunicazione sensori, una centrale di controllo e apparecchi o impianti e per automatizzare la gestione di questi ultimi. La domotica consente quindi di ottimizzare l’utilizzo degli impianti di climatizzazione e illuminazione, di porte e cancelli, delle telecamere di videosorveglianza e di qualunque altro elettrodomestico o apparecchio integrato nel sistema.
Parallelamente può essere utile intervenire sull’involucro edilizio, con lavori strutturali che aumentino l’isolamento termico dell’edificio. Per esempio, attraverso la posa di un cappotto termico, la sostituzione delle finestre con infissi a taglio termico e doppi vetri e in generale l’eliminazione dei ponti termici.
A cosa servono questi interventi?
Tornando alla Direttiva Case Green, oltre al macro-obiettivo della decarbonizzazione dell’edilizia entro il 2050, i miglioramenti appena elencati contribuiscono a raggiungere i seguenti obiettivi:
- la riduzione della prestazione energetica media del parco edilizio residenziale nazionale del 16% entro il 2030 rispetto al 2020, e del 20-22% entro il 2035, sulla base delle traiettorie nazionali
- maggiore diffusione delle tecnologie solari
- una graduale eliminazione delle caldaie alimentate a combustibili fossili, a partire dalla fine dei sussidi alle caldaie autonome alimentate a combustibili fossili dal 1° gennaio 2025
- raccolta e condivisione dati, per migliorare la conoscenza del patrimonio edilizio e la consapevolezza sui consumi energetici negli edifici