Certificare l’impianto elettrico di casa è un atto responsabile e intelligente per aumentare sicurezza e sostenibilità in casa.
In Italia, certificare un impianto elettrico domestico è una procedura fondamentale per garantire che l’impianto sia sicuro, conforme alle normative vigenti e idoneo per il corretto funzionamento. La certificazione, tra l’altro, non solo è un atto di tutela per la sicurezza, ma è anche un requisito indispensabile per l’assicurazione e la vendita dell’immobile.
Obbligo di certificazione e normative di riferimento
La legge italiana stabilisce che ogni impianto elettrico realizzato o modificato in un immobile deve essere certificato da un professionista abilitato. L’impianto deve essere conforme alle normative di sicurezza stabilite dal Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 sulla sicurezza sul lavoro e dal Decreto Ministeriale 37/2008, che regola la realizzazione degli impianti all’interno di edifici residenziali, commerciali e industriali.
Il DM 37/2008, noto anche come “Norma per l’attuazione delle disposizioni relative alla sicurezza degli impianti”, stabilisce che gli impianti elettrici devono rispettare le disposizioni di sicurezza stabilite dalle normative CEI 64-8, che definiscono le caratteristiche, i requisiti e le modalità di installazione degli impianti elettrici.
Come si è accennato, per certificare un impianto elettrico, è necessario rivolgersi a un professionista abilitato. L’installatore deve essere iscritto alla Camera di Commercio e deve possedere una qualifica specifica (ad esempio, un diploma tecnico in elettronica o elettrotecnica) nonché un’esperienza professionale documentata. In caso di impianti complessi, il tecnico abilitato potrà essere affiancato anche da un ingegnere, in grado di firmare il progetto e la certificazione finale.
Se un impianto non a norma dovesse causare danni a persone o cose, il proprietario dell’immobile potrebbe essere chiamato a rispondere legalmente per non aver adeguatamente certificato l’impianto. In caso di incidenti legati a impianti elettrici non conformi, le autorità competenti potrebbero addebitare al proprietario la responsabilità, con pesanti conseguenze giuridiche ed economiche.
La procedura di certificazione
Il processo di certificazione inizia con l’installazione dell’impianto, che deve seguire scrupolosamente le linee guida normative e le specifiche tecniche. Una volta completata l’installazione, il professionista abilitato effettua una serie di verifiche, tra cui:
- verifica della conformità dell’impianto, cioè un controllo che l’impianto rispetti tutte le normative di sicurezza.
- prove elettriche, con misurazioni dei parametri elettrici per garantire che la resistenza degli impianti e la messa a terra siano adeguate
- verifica dei dispositivi di protezione, come interruttori differenziali e altre protezioni per evitare sovraccarichi e cortocircuiti
Se tutte le verifiche sono superate, il tecnico redige un certificato di conformità, che attesta che l’impianto è a norma. Questo documento viene firmato dal tecnico responsabile e può essere richiesto in caso di ispezioni da parte delle autorità o per fini assicurativi. Il certificato va infatti conservato con cura, poiché è un documento ufficiale che attesta la sicurezza dell’impianto. Viene richiesto, ad esempio, in caso di vendita dell’immobile o per ottenere un’assicurazione contro danni da cortocircuito o incendio.
Il certificato di conformità deve contenere le seguenti informazioni:
- dati dell’installatore e dell’impresa che ha realizzato l’impianto
- descrizione dell’impianto
- riferimento alla normativa di progetto
- verifiche e collaudi effettuati
- data di installazione e di certificazione
I rischi di un impianto elettrico non a norma
Un impianto elettrico che non è conforme alle normative o che non è stato certificato comporta una serie di rischi per la sicurezza delle persone e dell’immobile. Ecco una panoramica dei principali rischi associati a impianti elettrici non a norma.
Incendi. Un impianto mal dimensionato o privo di dispositivi di protezione, come gli interruttori differenziali, è altamente vulnerabile a sovraccarichi elettrici e cortocircuiti. L’assenza di una messa a terra adeguata, inoltre, può comportare il riscaldamento eccessivo dei cavi elettrici, aumentando il rischio di incendio. Le fiamme che scaturiscono da un corto circuito possono propagarsi rapidamente, danneggiando l’edificio e mettendo a rischio la vita degli occupanti e dei vicini.
Scosse elettriche. Un impianto elettrico privo di adeguate protezioni può esporre le persone a scosse elettriche, anche in caso di normali operazioni di manutenzione o di semplice contatto con un dispositivo. L’assenza di messa a terra o la presenza di guasti nei cavi elettrici possono compromettere l’isolamento dell’impianto, causando il passaggio di corrente nelle strutture metalliche e nei dispositivi che normalmente non dovrebbero condurre elettricità.
Danni agli elettrodomestici. Un impianto elettrico non a norma, che non fornisce un’alimentazione stabile e sicura, può causare danni ai dispositivi elettronici e agli elettrodomestici. In caso di sovratensioni o cali di tensione, gli apparecchi possono danneggiarsi irreparabilmente, con conseguenti costi da sostenere per la sostituzione.
Pericolo di malfunzionamenti e guasti. Un impianto non a norma è più soggetto a malfunzionamenti e guasti. In particolare, la mancanza di un’adeguata protezione contro i cortocircuiti può causare interruzioni di corrente frequenti, mettendo a rischio la continuità del servizio elettrico nell’abitazione. Inoltre, la corrosione di cavi e materiali dovuta a un’installazione non a regola d’arte può compromettere la sicurezza dell’impianto nel lungo periodo.