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Buon pomeriggio Federico,

Defibrillatori nei luoghi pubblici per il primo soccorso

Dalla Camera arriva l’ok definitivo alla legge di civiltà che mira a diffondere defibrillatori in tutta Italia.

È stata approvata la «Legge di civiltà e di buon senso» (Brunetta) che obbliga a installare i defibrillatori in tutti i luoghi pubblici. Gli arresti cardiaci arrivano spesso senza avvisaglie e uccidono ogni anno 60mila persone in Italia. Un numero molto elevato se paragonato ai 400mila morti annui in tutta Europa, dovuto all’arretratezza della nostra penisola proprio per quanto riguarda la distribuzione capillare dei defibrillatori fuori dagli ospedali.

Dopo la prima approvazione alla Camera nel 2019 e l’ok del Senato nello scorso maggio, la legge è dunque finalmente attuabile. Il suo obiettivo è di ridurre il numero di morti per arresto cardiaco rafforzando le misure di primo soccorso sia dal punto di vista tecnologico che da quello della consapevolezza di chi dovesse assistervi. Uno studio stima, infatti, che solo il 58% dei presenti a un arresto cardiaco pratica il massaggio cardiaco e solo il 28% utilizza il defibrillatore. Ne risulta un tasso di mortalità che supera il 90%, dovuto alla necessità di un’azione rapida non compatibile con l’attesa dell’ambulanza.

Solo agendo con massaggio e defibrillatore nei primissimi minuti seguenti l’arresto, è possibile ribaltare la situazione. Il tasso di sopravvivenza sale all’80% se la rianimazione avviene entro 2/3 minuti, è del 50% dopo 5 e poi diminuisce del 10% a ogni minuto. Considerando che un’ambulanza arriva mediamente dopo 12/15 minuti dalla chiamata, si comprende come l’intervento tempestivo dei presenti sia fondamentale. Non è un caso che a Piacenza, città cardio-protetta con 1.073 defibrillatori e 57mila volontari addestrati, i sopravvissuti ad arresti cardiaci siano il 93%.

Cosa prevede la legge

Il cuore della legge appena approvata in via definitiva alla Commissione Affari Sociali della Camera è l’obbligo di installazione di DAE (defibrillatori automatici o semi-automatici esterni) nei luoghi pubblici: pubbliche amministrazioni; mezzi di trasporto (treni, aerei, navi); stazioni, aeroporti e porti; scuole e università; uffici con almeno 15 dipendenti e che abbiano servizi aperti al pubblico. 2 milioni di euro l’anno per 5 anni verranno stanziati dalle Stato per contribuire alla diffusione.

Ma la legge prevede anche un rafforzamento del primo soccorso nelle società sportive professionistiche e dilettantistiche, anch’esse impegnate a dotarsi di DAE. Nonché l’insegnamento, a scuola delle manovre di rianimazione cardiopolmonare, il cosiddetto massaggio cardiaco. E il dovere per il 118 di dare a chi chiama le istruzioni per riconoscere l’arresto cardiaco, fare il massaggio e utilizzare il defibrillatore. Inoltre, l’obbligo di introdurre app per la geolocalizzazione dei DAE.

Infine, la legge introduce una depenalizzazione relativa all’uso sbagliato di un DAE da parte di un cittadino non formato. La bassa percentuale di utilizzo attuale è, infatti, dovuta anche alla paura da parte dei comuni cittadini di conseguenze penali in caso di errori. Da ora, invece, in assenza di personale sanitario o non sanitario ma comunque formato in materia, tutti saranno autorizzati a fare uso dei defibrillatori. Questi non possono essere in alcun modo pericolosi né per chi li usa né per chi viene soccorso.

A definire i contenuti della legge ha contribuito anche IRC (Italian Resuscitation Council). Il suo past president Andrea Scapigliati sottolinea i passi che restano da compiere perché la legge venga applicata rapidamente: «La nuova legge sui defibrillatori automatici esterni rappresenta una tutela per la vita e la salute delle persone perché introduce elementi che migliorano il primo soccorso in caso di arresto cardiaco. È importante che si arrivi a un’applicazione rapida ed efficace del testo di legge attraverso, per esempio, l’introduzione di criteri uniformi per la diffusione dei DAE nei luoghi pubblici e negli impianti sportivi, la creazione di una mappa nazionale geolocalizzata dei DAE che permetta di individuarli rapidamente grazie alle applicazioni per cellulari e l’avvio della formazione a scuola».

Il Condominio Cardio-protetto

Anche per ANACI la tutela della salute delle persone e, in particolare, dei condòmini è da sempre una priorità. Il 70% degli arresti cardiaci si verifica in casa ed è perciò fondamentale avere a disposizione in loco un DAE. Per questo motivo nel 2019 ANACI ha avviato il progetto “Condominio Cardioprotetto”, che mira a sensibilizzare gli Associati sulla necessità di installare un defibrillatore semi-automatico in ogni condominio amministrato. Il progetto è stato preparato in collaborazione con Iredeem SpA, azienda leader nel settore dei progetti di cardioprotezione e distributore dei rinomati defibrillatori Philips.

L’Associazione, infatti, ha deciso di essere protagonista di un nuovo modo di costruire e vivere il condominio. Per questo motivo, sostiene il cambiamento con iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica a favore di soluzioni integrate, di qualità e all’avanguardia. Si tratta di una nuova visione del vivere in comunità, che, da una parte, soddisfa le esigenze dei singoli proprietari e, dall’altra, stimola e promuove il senso civico del vivere comune. 

ANACI si è, quindi, fatta promotrice di un nuovo modo di pensare il condominio. Come? Valorizzando il già costruito e sostenendo iniziative a tutela della salute delle persone. Per esempio, promuovendo soluzioni Smart a favore di un condominio intelligente, per realizzare edifici più sicuri, nel rispetto dell’ambiente e atti a tutelare e migliorare la qualità della vita delle persone che lo abitano.

L’amministratore di condominio è, pertanto, coinvolto in prima linea in quest’opera di sensibilizzazione delle famiglie. L’obiettivo di ogni professionista diventa quello di diffondere tra i condòmini-cittadini una nuova cultura della sicurezza, risparmio energetico, tutela ambientale e salute delle persone.

L’anno scorso è, infine, partito il progetto “Lo Studio ANACI Cardio-protetto”, per il posizionamento di un DAE nello studio degli amministratori ANACI a beneficio di tutta la comunità. Gli Associati diventano così veri e propri punti di riferimento in città, “Ambasciatori di vita” capaci di proporre un nuovo modo etico di abitare il condominio.

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